Giro del Monte Bondone

Giugno

100 KM – 3600 D+

A volte sono sufficienti un paio di dati per richiamare l’attenzione altrui e in questo caso è giusto farlo. Si parte da Nomesino, piccola frazione in val di Gresta situata in Trentino Alto Adige.

Ci scaldiamo subito, con i primi 100 metri di dislivello raggiungiamo il Passo Faè. La discesa che segue presenta alcuni tornanti con forti pendenze, attenzione a non saltare la deviazione da prendere alla nostra sx.

Questa strada ci porta all’abitato di Patone dove è possibile ammirare la suggestiva cascata della Pissavacca. Da qui si scende sulla strada principale, lungo la discesa troviamo l’antico abitato di Noarna, le sue case del 1500 sono state sapientemente ristrutturate.

Fuori dal paese c’è il Castello omonimo, già presente in epoca romana questa fortificazione domina la sottostante Vallagarina fin dall’XI secolo. All’esterno delle mura sono presenti vasti vigneti, la sua cantina ogni anno produce circa 35.000 bottiglie.

Al bivio troviamo la provinciale che sale dalla Vallagarina, si prendono le indicazioni per il lago di Cei. Sono 8 i km che ci separano da questo pittoresco specchio d’acqua, i primi 6 sono tutti in salita.

Attraversiamo la frazione di Pedersano tramite le strette vie ciottolate e poco dopo si lascia la provinciale svoltando a dx. A breve l’ascesa si fa più impegnativa, sono 4 km con una pendenza media del 10%.

All’incrocio svoltiamo a sx e la strada spiana, con una breve variante in fuoristrada si attraversa il biotopo di Pra dell’Albi, si ritorna in strada ed ecco il lago di Cei. La ghiaiata sulla nostra sx ci permette di apprezzare ancor più questo meraviglioso laghetto alpino, circondato da un fitto bosco di faggi, che fa da specchio alla catena montuosa del Monte Bondone.

Svoltando a sx si ritorna in strada, dopo un km in leggera discesa incontriamo le indicazioni per Bellaria. Passato l’abitato troviamo un paio di km di discesa su ghiaia, le pendenze e il fondo sconnesso non permettono distrazioni.

Si torna su bitume e tramite 3 km di strade secondarie oltrepassiamo le frazioni di Costa, Pietra e Cimoneri. Si sbuca dentro ad un tornante della provinciale, con uno strappo al 10% e un tratto in falsopiano all’interno di Zebbio arriviamo a Garniga Terme.

All’entrata del paese si svolta a sx e l’ascesa continua, raggiunta la località Gatter finisce la salita “facile”. Da qui parte una scalata piuttosto impegnativa con i primi 3 km su bitume e con le pendenze che non scendono mai sotto al 10%.

Giunti a Malga Albi si procede su ghiaia e le pendenze aumentano, sono 2 km veramente tosti e riuscire a pedalarli tutti è assai difficile. Mettiamo in preventivo un qualche tratto a spinta. Chi fa fuoristrada sa benissimo che questo fa parte del gioco!

La fatica fatta però viene subito ripagata, all’uscita del bosco la forestale spiana e ci aspettano 5 km di ghiaiate facili sui bellissimi prati delle Viote. Ci troviamo al Monte Bondone detto anche l’Alpe di Trento, una terrazza naturale che può regalare viste strepitose a 360 gradi.

Una fermata alla Capanna Viote è d’obbligo, non ci possiamo sottrarre dai profumi della cucina e dalla sua posizione strategica. Si riparte e si scende per una ventina di km, lungo la discesa si passa dal lago di Lagolo, dall’alto il lago di Toblino e la Val di Sarche e sul finire il Castel Madruzzo.

In leggero falsopiano si risale la Valle di Cavedine, questa è chiamata anche Val del Vent e quindi ci sono buone probabilità di lottare contro il vento. Si procede cercando di evitare la strada provinciale, al paese di Cavedine andiamo a prendere la Via dei Filari.

Percorso su strada priva di traffico, si vedono solo piccoli trattori per la cura dei tanti alberi da frutto presenti. Si pedala circondati da meleti, prugni e vigneti. Giunti a Masi di Vico troviamo una breve discesa che ci collega all’inizio di un’altra ascesa impegnativa.

Salita di 10 km di cui i primi 8 su bitume, completamente all’interno di un fitto bosco. Questa è caratterizzata dalla presenza di 16 tornanti con i rispettivi nomi scritti su dei grossi massi, le pendenze oscillano sempre dal 10% al 12%.

Nei pressi di Malga Campo le pendenze calano vistosamente, arrivati alla sbarra si procede sulla forestale ghiaiata della Scaletta. In poco più di un km attraversiamo zone prative con la presenza di svariate malghe, si rientra nel bosco e di colpo la strada si impenna.

Strappo breve ma durissimo, anche qui restare in sella è quasi impossibile. Un km scarso con un inizio veramente difficile, la seconda parte è comunque tosta ma per fortuna si continua su cementata e quindi l’aderenza al suolo non viene mai a mancare.

Si scollina a quota 1500 metri, sempre su strada forestale scendiamo al Passo Due Sassi, da qui si può ammirare un bel panorama su tutto l’Alto Garda. Si continua su percorso decisamente tortuoso e ondulato fino a sbucare sulla strada che sale al Passo Santa Barbara.

Due km e siamo al valico e con altri due km di discesa raggiungiamo Ronzo-Chienis, località principale della Val di Gresta. È quasi fatta ma rimane l’ultima asperità, c’è da raggiungere Sella di Malga Somator, 4 km con gli ultimi 500 metri su ghiaia.

Breve tratto pianeggiante dove si può ammirare un bel panorama sulla Vallagarina, il Monte Zugna e i Lessini. Infine con una discesa cementata e ripidissima si fa ritorno al punto di partenza, lungo questa picchiata non può passare inosservata la chiesetta di Sant’Agata.

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